mercoledì 13 gennaio 2010

Io sono come qualcuno - part 3





Disegnare l’aveva sempre soddisfatta, la sua vena artistica era nata quando il padre le aveva regalato un blocco da disegno in cartoncino, quello da usare anche con i pennelli e dei costosi colori all’acqua. Era continuata anche quando la madre di nascosto le aveva buttato tutto, indignata, pensando che una donna non dovesse fare certe cose. Lei sapeva che era sbagliato disegnare, ma non poteva farci niente, le piaceva da morire, la rendeva viva. Sua madre le aveva spiegato cosa dovesse volere una donna per bene: doveva trovarsi un uomo, farsi una famiglia, la sua vera vocazione doveva essere quella, non sarabocchiare sui fogli. Trovarsi un uomo e fare dei figli, doveva concentrarsi su quello. Tutto il resto erano sciocchezze, non importava che chiunque le dicesse quanto fosse fortunata ad avere quella dote, il focus andava alla famiglia. Non c’erano altre soluzioni, per essere felice doveva sposarsi ed avere dei figli. Non era ancora riuscita a sposarsi, ma aveva avuto una bambina bellissima, che sorrideva sempre ed amava pasticciare, come lei, con I colori. Forse era vero a metà ciò che diceva sua madre. Ma ora non  importava, rideva da farle male le costole nel vedere la bimba tutta colorata di giallo e azzurro piroettare per casa felice.

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