mercoledì 13 ottobre 2010

GAMBIANISE








Kaja
10 settembre 1998 - h.13.50

1.
A giorni alterni Kaja si alza dal letto e si avvicina al telefono. Con che faccia può chiamare la sorella e dirle che ha perso il lavoro ancora non lo sa; non sa come dirle che la colpa è solo sua, che qualcosa si è impossessato di lui, che qualcuno ha gettato dall'albero la zucca della saggezza ed ora la sua mente è confusa. Non sta bene in quel posto, l'Italia non è casa sua. Dopo tanta fatica, dopo essersi laureato, dopo aver imparato a parlare altre lingue, fare l'operaio lo uccide lentamente. Si sente inutile. Per i suoi colleghi è solo un altro negro che ruba il lavoro, non ci sono meriti in Italia, solo etichette. -Pronto sono Fausta, chi c'è? -Fausta... - un attimo di sconforto lo distrae - Fausta, sono lo zio Mohe... -Zio! zio come stai? quando vieni a trovarci? la mamma è a prendere il pane però se vuoi... -Fausta, per favore ho mal di testa...non so quando verrò a trovarvi... -....però ci vieni, no? -Non so...dille che ho chiamato...ciao. Ripone la cornetta come se scottasse, non aspetta la risposta, facendosi inghiottire dal vuoto.